EFREM
Knight
What about Spoils of war? nothing gets lost after a battle. Descriptions are in Italian, sorry.
There are some names that can be used for making some generals Seek
Stele di Abd Asart ad el Hofra, Costantina (Algeria Orientale).
L'elmo, che non ha eguali nel campo dei ritrovamenti cartaginesi o libici, probabilmente è un retaggio fenicio, visti i modelli assai simili ritrovati in Libano e datati ad epoche precedenti.
Segue coppia di "lonchai", armi in asta ad uso duale, un thyreos spinato con umbone metallico e un gladio ispanico.
Ricostruzione di Thorakites o Rab Miat ("Capo di Cento", un ufficiale) dell'esercito Barcide.
Alla falcata, di origine iberica, si accompagna un elmo ricercato di tipo ellenistico, un Frigio, il cui utilizzo in ambito cartaginese è riscontrato già dalla Prima Guerra Punica (relitto delle Egadi).
La cotta di maglia, forse una dotazione originaria, più probabilmete è stata predata sul Trebbia o sul Trasimeno, e senza dubbio questo è il caso dello scudo, uno scutum romano ridipinto col simbolo di Cartagine.
"Sardolìbyes oudèn kéktentai skeuos exo kylikos kaì machairas"
"I Sardolibi non usavano alcuna suppellettile oltre la kylix per bere il vino e la machaira"
(Ellanico di Mitilene, FgrHist.90 F 103r; 4 F 67)
- Kylix da Tharros
- Elmo Montefortino da Predunghesti
- Machaira da Santa Lucia di Gesico
La pelle, portata a mo' di pallio come tradizione dei Libi (ma anche un richiamo ai Sardi autoctoni detti "Pelliti") è di muflone.
Il cardiophylax rettangolare potrebbe essere una preda di guerra sottratta ai Romani (come d'altra parte il Montefortino), oppure un elemento di origine locale, riscontrabile nella statuaria insulare per quanto in epoche molto più antiche (cfr. Monte Prama).
"Bodmilqart figlio di Stenio figlio di Achaio/Accio figlio di Pacuvio/Pakis il fonditore"
(CIS 5984)
La panoplia ricostruita si ispira al ritrovamento di Ksour-es-Sal e ad una stele del tophet di Cartagine.
I diversi elementi riportano ad una panoplia di tipo sud-italico, la cui presenza in ambito punico sarebbe corroborata dalle numerose iscrizioni funerarie cartaginesi ascritte a "Libofenici" immigrati di seconda o terza generazione di origini osche (molto probabilmente brettie).
“[I Libici] Portano piccoli scudi rotondi di cuoio, e lance corte dalla cuspide ampia.
Le loro tuniche sono portate senza cintura e laticlavie,e portano una pelle di capra a mo’ di pallio, come ho detto in precedenza, che ha anche la funzione di protezione”
(Strabone, Geografia, XVII.3.7)
«L'armamento dei Libici era romano, poiché Annibale aveva equipaggiato tutti i suoi soldati con le spoglie raccolte nella battaglia precedente»
(Polibio, III, 114, 1)
Se tutto l'armamento del veterano africano dell'esercito di Annibale ritratto potrebbe essere preda di guerra saccheggiata dopo le vittorie del Trebbia e del Trasimeno, tanto l'elmo Montefortino quanto la kopis potrebbero appartenere anche alla dotazione originaria.
In particolare il Montefortino è una tipologia attestata in ambito cartaginese dalla I Guerra Punica (cfr. Relitto delle Egadi), e addirittura vi è un modello di Montefortino ritrovato in Numidia con incisi sopra caratteri in Amazigh, l'antico alfabeto delle popolazioni berbere.
Panoplia libofenicia ispirata al monumento di Chemtou, con linothorax e thyreos.
Lonche da Es-Soumaa ed elmo attico tratto dalla monetazione barcide di Cartagena.
La collana d'ambra è un particolare volutamente inserito per ricondurre ad un Libofenicio immigrato di seconda generazione di origine celtica, nominato in un cippo del Tophet di Cartagine:
"Abdmilqart, figlio di Abdeshmun, figlio di Cozio"
(CIS 5273)
There are some names that can be used for making some generals Seek
L'elmo, che non ha eguali nel campo dei ritrovamenti cartaginesi o libici, probabilmente è un retaggio fenicio, visti i modelli assai simili ritrovati in Libano e datati ad epoche precedenti.
Segue coppia di "lonchai", armi in asta ad uso duale, un thyreos spinato con umbone metallico e un gladio ispanico.
Alla falcata, di origine iberica, si accompagna un elmo ricercato di tipo ellenistico, un Frigio, il cui utilizzo in ambito cartaginese è riscontrato già dalla Prima Guerra Punica (relitto delle Egadi).
La cotta di maglia, forse una dotazione originaria, più probabilmete è stata predata sul Trebbia o sul Trasimeno, e senza dubbio questo è il caso dello scudo, uno scutum romano ridipinto col simbolo di Cartagine.
"Sardolìbyes oudèn kéktentai skeuos exo kylikos kaì machairas"
"I Sardolibi non usavano alcuna suppellettile oltre la kylix per bere il vino e la machaira"
(Ellanico di Mitilene, FgrHist.90 F 103r; 4 F 67)
- Kylix da Tharros
- Elmo Montefortino da Predunghesti
- Machaira da Santa Lucia di Gesico
La pelle, portata a mo' di pallio come tradizione dei Libi (ma anche un richiamo ai Sardi autoctoni detti "Pelliti") è di muflone.
Il cardiophylax rettangolare potrebbe essere una preda di guerra sottratta ai Romani (come d'altra parte il Montefortino), oppure un elemento di origine locale, riscontrabile nella statuaria insulare per quanto in epoche molto più antiche (cfr. Monte Prama).
"Bodmilqart figlio di Stenio figlio di Achaio/Accio figlio di Pacuvio/Pakis il fonditore"
(CIS 5984)
La panoplia ricostruita si ispira al ritrovamento di Ksour-es-Sal e ad una stele del tophet di Cartagine.
I diversi elementi riportano ad una panoplia di tipo sud-italico, la cui presenza in ambito punico sarebbe corroborata dalle numerose iscrizioni funerarie cartaginesi ascritte a "Libofenici" immigrati di seconda o terza generazione di origini osche (molto probabilmente brettie).
“[I Libici] Portano piccoli scudi rotondi di cuoio, e lance corte dalla cuspide ampia.
Le loro tuniche sono portate senza cintura e laticlavie,e portano una pelle di capra a mo’ di pallio, come ho detto in precedenza, che ha anche la funzione di protezione”
(Strabone, Geografia, XVII.3.7)
«L'armamento dei Libici era romano, poiché Annibale aveva equipaggiato tutti i suoi soldati con le spoglie raccolte nella battaglia precedente»
(Polibio, III, 114, 1)
Se tutto l'armamento del veterano africano dell'esercito di Annibale ritratto potrebbe essere preda di guerra saccheggiata dopo le vittorie del Trebbia e del Trasimeno, tanto l'elmo Montefortino quanto la kopis potrebbero appartenere anche alla dotazione originaria.
In particolare il Montefortino è una tipologia attestata in ambito cartaginese dalla I Guerra Punica (cfr. Relitto delle Egadi), e addirittura vi è un modello di Montefortino ritrovato in Numidia con incisi sopra caratteri in Amazigh, l'antico alfabeto delle popolazioni berbere.
Panoplia libofenicia ispirata al monumento di Chemtou, con linothorax e thyreos.
Lonche da Es-Soumaa ed elmo attico tratto dalla monetazione barcide di Cartagena.
La collana d'ambra è un particolare volutamente inserito per ricondurre ad un Libofenicio immigrato di seconda generazione di origine celtica, nominato in un cippo del Tophet di Cartagine:
"Abdmilqart, figlio di Abdeshmun, figlio di Cozio"
(CIS 5273)